L'italiano, lingua poco chiara



L'espressione "pensione di anzianità" designa in Italia un tipo di pensione che non è esattamente quella di vecchiaia. Io non sono mai riuscito a ben capire quale sia la differenza tra i due tipi di pensione: "d'anzianità" e "di vecchiaia", termini - mi si concederà - molto simili. Ma la nuova terminologia introdotta dal governo Monti rischiara almeno in parte certe differenze tra le due pensioni, poiché quella d'anzianità sarà d'ora in poi chiamata "pensione "anticipata" (come la chiamano da sempre anche in Francia, Canada e altrove).

La nuova chiarezza in materia di pensioni lascia ben sperare per il futuro. Io proporrei che in Italia si desse un calcio a tutta una serie di parole ed espressioni dalla connotazione caricaturale che rendono la lingua italiana poco chiara, e che ci pongono in ridicolo presso gli stranieri i quali studiano penosamente l'italiano convinti di accedere ad un mondo di bellezza, per ritrovarsi poi in un mondo da barzelletta dove tutto va in "tilt" e fa "flop". 

E a proposito: speriamo che non vada in tilt o faccia flop la "manovra" del governo Monti..."Manovra": parola sommamente ridicola evocante il "Vadi, dotto'!" del posteggiatore abusivo, ma che nel paese di Pulcinella e Arlecchino ha sostituito definitivamente i termini "bilancio" e "piano di austerità", parole troppo serie e precise.

Ma "plan d'austérité" in francese e "austerity plan" in inglese sono la traduzione corrente di quella che per noi è la "manovra", l'ennesima, quella di Monti, nel Paese delle grandi manovre. Sempre per una sorta di blando disprezzo verso i termini chiari, logici e democratici, è malvisto, in Italia, rivolgersi a qualcuno, a meno che non si tratti di un barbone senza fissa dimora con un "signore...", termine considerato quasi offensivo. Sfido chiunque a dimostrarmi il contrario: non ci si indirizza mai a nessuno con un semplice "signore..." che sia usato da solo oppure fatto seguire dal nome della persona in questione.

Ripeto: nel paese del "siamo tutti dottori" anche un vero signore troverebbe inappropriato e villano che ci si rivolgesse a lui con un semplice "signore...".Il titolo di "professore" è distribuito invece a piene mani anche a chi non insegna e non ha mai insegnato. In TV, tra l'altro, non ci è mai dato di vedere un medico al quale ci si possa indirizzare con un semplice "dottore" o "medico", come si farebbe in qualunque altro angolo del mondo.

In Italia sarebbe invece un'offesa chiamarlo "dottore", perché il medico in TV è immancabilmente un "professore", anzi un "Professore" con la P maiuscola.Ma è proprio vero che questi medici-dottori insegnano? E cosa insegnano esattamente? Dove insegnano? In che scuola, in che università? Gran mistero.

Nessuno ce lo dice, anche perché nessuno se lo chiede dal momento che "professore", per un medico, non ha nulla a che vedere con l'insegnamento bensì con il sacrosanto status sociale.Sull'uso del ridicolo termine "legale" che ha soppiantato i termini  "avvocato", "procuratore",  "difensore", spero vi sia ben presto una levata di scudi (aspetta e spera...) dai banchi del governo dei "professori" - il governo Monti - che anch'essi non si sa bene cosa insegnino.

Gli avvocati -  "avocats", "lawyers", "abocados" - nel paese dove parlare chiaro è un'ammissione d'impotenza, sono chiamati "legali". È un assurdo linguistico, da bambini che si ostinano a masticare parole imprecise o sbagliate, questo chiamare "legali" gli  "avvocati".

Ma lo sappiamo tutti: in Italia, paese dall'illegalità diffusa, gli avvocati sono "legali". E i giudici, i magistrati sono allora illegali?  Berlusconi - almeno lui - l'ha sempre pensata così.

Internet site reference: http://www.corriereitaliano.com/Rubriche/L%27osservatorio/2012-01-17/article-2866249/Litaliano-lingua-poco-chiara/1


Comments

There are 0 comments on this post

Leave A Comment